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Quesiti e questioni

MessaggioInviato: sabato 29 novembre 2014, 21:13
da Dario Ricolo
Ragazzi ricordo a tutti che sono con piacere a vostra disposizione per rispondere ad ogni vostro dubbio o perplessità....
Se nell'affrontare un caso, nella lettura della proposta di soluzione o nell'ascoltare una lezione avete problemi o questioni da porre, attraverso il forum potete contattarmi (in privato come hanno già fatto alcuni) ma anche e preferibilmente nei forum pubblici in modo da favorire il confronto tra di voi....
Spero che l'uso del forum diventi lo strumento per fare cultura insieme.....non esitate a scrivere ... ragioniamo insieme!
Un caro saluto a tutti Dario

Re: Quesiti e questioni

MessaggioInviato: mercoledì 3 dicembre 2014, 21:32
da marcospina3@hotmai.it
Ciao Dario,
Grazie per la disponibilità.
Avrei una domanda sui rapporti correnti tra collazione volontaria ed l'art. 739 cod. civ. sollecitato dalla traccia.
Al concorso come occorre comportarsi? E' preferibile, a tua opinione, seguire la tesi suggerita da G. Azzariti (favorevole) oppure dare credito alla giurisprudenza di merito che si è espressa, in maniera negativa, al riguardo?
Ho trovato molto raffinato il ragionamento sul 651 c.c., ma l'opinione dei giudici napoletani non mi fa stare tranquillo...

Grazie molte.

Marco

Re: Quesiti e questioni

MessaggioInviato: venerdì 5 dicembre 2014, 19:02
da Dario Ricolo
Ciao Marco,
allora ti dico la mia ....

A mio modo di vedere tutto il nodo della questione è nella "ratio" della collazione ed in quello che il Maestro Capozzi avrebbe definito il fondamento dell'istituto.

Schematizzando:

(i) Ove si accedesse all'idea di un istituto posto a tutela di interessi, in senso lato, "pubblicistici" (idea certamente presente in buona parte della letteratura di riferimento) si dovrebbe riconoscere alla figura della collazione volontaria uno spazio molto limitato o addirittura nessuno spazio (più di recente un opinione in questa direzione è stata espressa da F. Venosta nel trattato di diritto civile della UTET Volume II La divisione pgg. 250 e ss) . Se infatti si riconosce che la collazione è concepita a presidio del superiore interesse della famiglia all'unità e uniforme trasmissione del patrimonio familiare ed all'equa distribuzione dello stesso tra i più prossimi congiunti e se, quindi, riconosciamo nell'istituto una funzione di tutela di interessi "metaindividuali" è evidente che l'autonomia privata (nella particolare specie dell'autonomia testamentaria) avrebbe scarso spazio di manovra dovendosi uniformare a regole legali che dovremmo concepire come rigide ed inderogabili.

(ii) Ove invece, con i più, riconoscessimo che la collazione ha il solo ruolo di ricostruire una PRESUNTA volontà del testatore ed è quindi posta a tutela di un interesse essenzialmente privato è evidente che non v'è necessità di porre limiti (salvo quelli derivanti da altri e diversi istituti come la tutela della legittima) all'autonomia privata (testamentaria) in materia di collazione.
E' infatti evidente che, se una volontà viene espressa, sono messe fuori gioco le regole suppletive che servono a ricostruirla.
La presenza della dispensa dalla collazione è un dato di sistema che, certamente, induce ad una ricostruzione in questi termini.

Personalmente sono portato a condividere questa seconda interpretazione, se non altro perché mi pare che, vista l'evoluzione sociale in essere, l'ordinamento tende (e gli interpreti tendono) a concepire con sempre maggiore larghezza di vedute la tutela della famiglia ed a consentire sempre maggiore spazio all'autonomia privata nella gestione delle sue dinamiche patrimoniali e non (vedi, sotto il profilo patrimoniale, il patto di famiglia, le norme introdotte in materia di rinuncia all'opposizione, e, sotto il profilo non patrimoniale, tutto il delicato dibattito in ordine al riconoscimento della famiglia di fatto, tradotto in alcuni casi in nuove norme come quelle sulla filiazione).

Quindi, coerentemente, sarei pronto, anche in sede concorsuale, a sostenere tesi diverse da quelle espresse dalla giurisprudenza di merito (sul tema dell'art. 739) o dalla giurisprudenza di legittimità (sul tema della presunta impossibilità di imporre per testamento l'obbligo di procedere alla collazione per natura o per imputazione senza fruire della opzione di legge tesi che pure non mi pare condivisibile)

Sono infatti dell'idea che sostenere un'interpretazione minoritaria (o contraria ad alcune pronunce giurisprudenziali che si criticano) ove si argomenti in modo compiuto e tecnicamente plausibile, non solo non pregiudica ma impreziosisce l'elaborato (conosco tante storie di candidati che, sostenendo con forza argomentativa tesi originali o addirittura opposte alle tesi più diffuse, sono stati premiati con voti alti o altissimi).
Ovviamente, peraltro, se si ritiene, più "comodamente", di sostenere tesi maggioritarie non si sbaglia.
Il punto è che sono fermamente convinto che candidati preparati e con una buona visione del sistema possono e devono avere il coraggio dei propri pensieri ... osare su soluzioni e letture originali (o addirittura minoritarie) può essere vincente! Certamente bisogna avere chiaro il percorso interpretativo proposto e avere la sicurezza di saperlo rappresentare con sufficiente linearità espositiva.

Per concludere ... sul tema specifico del 739, non vedo difficoltà ad imporre (con la logica del legato di cosa altrui) l'obbligo di far oggetto della collazione beni donati a soggetti diversi dal condividente che alla collazione deve procedere.
La ragione principale è quella fondata sulla ratio dell'istituto (vedi sopra). Sul piano strettamente tecnico-strutturale, poi, non mi pare che vi siano difficoltà ad ammettere che il testatore possa imporre ad uno di più coeredi pesi ed oneri che si risolvono nel procurare beni altrui (arg. ex art. 651) o nel ridurre per valore equivalente (a quello di beni donati ad altri) il beneficio ereditario dell' "onorato" (sarebbe il caso di una collazione per imputazione).
Nemmeno le norme sulla divisione ereditaria, infine, mi pare che rechino in sé disposizioni che rendono il meccanismo che stiamo esaminando impraticabile.

Se vuoi coltivare il dibattito non esitare a farlo ... a me piace ... :-)))

Un caro saluto e grazie del quesito

Re: Quesiti e questioni

MessaggioInviato: domenica 7 dicembre 2014, 23:53
da marcospina3@hotmai.it
Grazie a te, moltissimo, per la risposta.
Accolgo, con estremo favore, le tue osservazioni di "politica concorsuale".
E' confortante sapere che non tutti pensino che questo concorso si possa vincere, esclusivamente, grazie ad un completo appiattimento del pensiero.
Ti propongo uno spunto di riflessione sulla portata sistematica da attribuire al riconoscimento della possibilità di dispensare dalla collazione "atti di liberalità". La specificità del dato normativo potrebbe essere letta, come fecero C. Giannattasio e parte remota della giurisprudenza di merito, come il punto di emersione di un'ottica legislativa tesa a circoscrivere, in materia, il perimetro dell'autonomia privata alla sola dispensa.
Pur non essendo io persuaso da questa autorevole ricostruzione mi chiedo se possa, a tua opinione, essere tanto diffusa tra gli operatori da dover richiedere, in sede di motivazione, di un tentativo di confutazione.

Un caro saluto

Grazie molte Dario!

Re: Quesiti e questioni

MessaggioInviato: domenica 18 gennaio 2015, 17:35
da raffinot
Grazie
Raffaele